Ci siamo quasi. La crisi d’astinenza degli appassionati di tennis sta per concludersi e con essa la fase dedicata alla preparazione e ad incontri di esibizione, che certamente non placano gli appetiti di chi si sazia di palline e racchette.
Una nuova stagione sta per iniziare fra certezze, attese, promesse e speranze che talvolta saranno mantenute, mentre, in altre occasioni, resteranno tali.
E per come si è concluso, da italiani, abbiamo quasi sperato che il 2023 potesse non fermarsi, ma, al tempo stesso, è vero che, pur trattandosi di una stagione straordinaria, non possa essere migliorabile. Inutile nasconderci più di tanto, la nostra speranza più grande, o meglio la nostra certezza si chiama Yannick Sinner e l’ambizione è quella di vedere la conquista di uno slam, che nel tennis maschile manca dagli stessi anni dai quali mancava la coppa Davis.
La speranza di noi italiani equivale, per una volta, alla speranza di tutti, ovvero degli appassionati che vogliono vedere tornei dello slam combattuti, con partite memorabili. Lo scorso anno solo la finale di Wimbledon è stata equilibrata; nelle altre Đjokovic non ha mai avuto un avversario in grado di metterlo in difficoltà.
E da qui sorge il secondo interrogativo: gli avversari del serbo saranno, per una volta, in grado di competere? L’impressione è che i match dello slam non vengano proprio giocati quando ci si trovi di fronte il serbo; si perde prima ancora di scendere in campo, atteggiamento questo che non fa altro che spalancare le porte del successo al numero uno del mondo e che ha sancito il fallimento di un’intera generazione, ovvero quella successiva ai big Four ed antecedente a quella degli Alcaraz e dei Sinner.
Lo spagnolo e l’italiano hanno avuto il merito di affrontare il serbo con un atteggiamento diverso, in campo e fuori, ed i risultati iniziano a vedersi dopo anni in cui anche chi aveva capacità tennistiche pari o superiori a quelle di Djokovic ha deciso, a volte, in piena autonomia, di soccombere.
Un altro grande interrogativo di quest’anno è quello relativo ad Holger Rune; il danese versione 2024 sarà quello dei primi sei mesi del 2023 o quello decisamente involuto dei successivi? La prestazione al master contro Đjokovic e Sinner fa ben sperare: a Becker il compito di trasformare un grande potenziale in una solida realtà.
È difficile, infine, fare pronostici sugli italiani: tante le speranze, ma l’augurio più grande è da rivolgere a Matteo Berrettini: vorremmo solo trovarlo in salute, il resto lui sa come si fa.